Montacuto

Montacuto

MACROZONA DI TORTONA

cap 15050

indirizzo: via capoluogo, 1 

telefono: +39 0131 785110  

indirizzo e-mail: [email protected]

abitanti: 321

altitudine: min. mt. 525 – max mt. 1473

tipologia: montagna

Storia

Nel medioevo Montacuto, Brignano e Frascata facevano parte del cosiddetto “Stato Malspina” ed erano compresi nel diploma dell’Imperatore Federico Barbarossa.La sede del piccolo feudo imperiale affidato alla famiglia De Montacuto prima e Frascarolo (declinatosi successivamente in Frascaroli) poi, ci è documentata almeno dal 1197con il suo capostipite Tedisio da Montacuto, nobile del contado tortonese. Una pergamena esistente nell’archivio parrocchiale ci fa conoscere quando Montacuto assunse la qualifica di borgo : “ Anno nativitatis Domini millesimo trecentesimo quadragesimo octavo die octavo mensis Septembris in Burgo Montis Acutis…”

Turismo attivo

Il monte Giarolo (mt.1473 s.l.m.) sul quale svetta la statua del Cristo Redentore, è da sempre meta di escursionisti.Facilmente raggiungibile da Giarolo, da Caldirola, dalla Val Borbera e dalla Valle Staffora mediante un fitto reticolo di sentieri che si inerpicano tra le faggete lasciando intravedere scorci mozzafiato, è il regno degli appassionati di trekking e di chi ama il contatto con la natura mediante passeggiate a cavallo o in mountain bike. Per un tuffo in piscina in Frazione Giarolo (mt. 900 s.l.m.) il Circolo del Centro Sportivo, situato in posizione panoramica, offre strutture per sport e relax, bar, ristorante e pizzeria.

Cosa vedere

Il castello. Le mura del castello di pertinenza dei Marchesi Frascaroli si ergono sopra un cucuzzolo isolato da cui, probabilmente deriva la denominazione del borgo. L’oratorio della Madonna dei Campi. La prima notizia storicamente documentata risale al 5 Settembre 1589. La costruzione deve il proprio valore artistico alla parte decorativa costituita di due cicli di affreschi databili rispettivamente al 1580 e al 1635: il primo evidenzia una serie di figure di Santi tra cui il Santo guerriero provenzale San Bovo, il secondo rappresenta scene di vita della Madonna.

Cosa gustare

I piatti tipici della zona sono legati alla tradizione contadina, ai prodotti dell’orto, al susseguirsi delle stagioni e delle ricorrenze: a Carnevale sono d’obbligo gli agnolotti al brasato con ragù di carne; il “giorno dei morti” la tradizione vuole su tutte le tavole la zuppa di ceci; la vigilia di Natale, lo stoccafisso o il baccalà vengono cucinati in mille modi, e non è per nulla insolito vedere le donne del paese cuocere ancora il pane nei tradizionali forni a legna.