Bistagno

Bistagno

ACQUI TERME AREA

Storia

Bistagno è stato costruito nel 1253 da Enrico Vescovo di Acqui, mediante la riunione di tre piccoli borghi poco sicuri, con l’intento di organizzare un baluardo consistente e fortificato sulla strada che da Savona conduceva ad Acqui. La fortificazione a pianta triangolare era appoggiata alla riva sinistra della Bormida e costituita da una specie di rupe a precipizio sul fiume. Si accedeva al borgo attraverso le due porte in asse alla strada centrale. Nel 1347 Bistagno è infeudato al Marchese di Monferrato. Ritorna ai Vescovi di Acqui nel 1458 e, da questi, a varie altre famiglie della nobiltà ligure e piemontese. Luogo di transito anche di eserciti, subì assedi e distruzioni.

Turismo attivo

Terra di vini e di tartufi che vive comunque le contraddizioni dell’essere un territorio rurale, che basa la sua cultura su millenarie tradizioni agricole, inserite in un sistema globale di modelli urbani che cambia continuamente i propri valori. Il territorio si presta a escursioni in bicicletta e a cavallo. LA GIPSOTECA MONTEVERDE, raccolta di 29 modelli in gesso e 2 terrecotte opera dello scultore bistagnese ordinate nelle sette sale dell’edificio ottocentesco sito in Corso Carlo Testa 3. Entrata gratuita, per informazioni e prenotazioni, tel. +39 0144 79106. Possibilità di visite guidate.

Cosa vedere

L’interesse maggiore di Bistagno è da scorgere nella sua forma planimetrica, cui vanno aggiunti gli ambienti delle sue strade interne e alcuni episodi di architettura barocca minore (chiesa parrocchiale, palazzo Saracco, palazzo del Vescovo). Il castello fulcro della vita bistagnese attraverso i secoli. La Pieve la più importante e bella chiesa del luogo. La Gipsoteca aperta nel 1987, in occasione del 150° anniversario dalla nascita del noto scultore Giulio Monteverde (Bistagno 1837-Roma 1917).

Cosa gustare

Tra i piatti della tradizione bistagnese che si possono gustare nei locali presenti nel paese troviamo i ravioli al plin, il bollito misto, la farinata, il torrone, gli amaretti e la robiola, il tutto accompagnato dalla rinomata produzione di vini D.O.C.G. piemontesi (Barbera, Moscato, Albarossa, Brachetto e Dolcetto). Funghi e tartufi forniti dai numerosi cercatori locali.